Pisa Genoa, stiamo meglio oggi?
Non ricordo che anno fosse, perchè non ho memoria storica. Credo anni 70, forse primissimi 80.
Di sicuro non fu l’anno della promozione con Scoglio, ma molti molti anni prima.
Sta di fatto che di quella trasferta avevo le foto, con tanto di bandiera Rossoblu issata sulla Torre.
Chissà dove saranno finite, non ho particolare cura nel conservare ricordi.
Ricordo che fu una vera e propria invasione da parte del popolo Rossoblu.
Ricordo, che si parlava di 10/12.000 genoani che avevano invaso la città toscana.
Piazza dei Miracoli sembrava De Ferrari dopo una promozione.
Tra tre giorni, si gioca di nuovo in quello stadio, ma con una ‘piccola’ differenza: a vedere giocare il Genoa, a Pisa, ci può andare un cazzo di nessuno, se non qualche centinaio di irriducibili.
E di fortunati, ai quali lo Stato con le sue leggi ha concesso loro, magnanimamente, questa possibilità.
Quindi c’è da essere contenti e ringraziare.
Perchè, ci dicono, che tutto viene fatto per proteggerci, per salvaguardarci, per motivi di ordine pubblico. Ci vogliono bene insomma e tengono alla nostra salute oltre che alla nostra libertà.
Ci starebbe anche, se negli anni 70 gli italiani fossero state tutte persone in odore di santità. Se non ci fossero stati delinquenti, criminali, assassini o violenti di ogni genere anche allora.
Bè io probabilmente mi sbaglio, ma mi sembra di ricordare che anche in quegli anni esistessero delinquenti, criminali, assassini o violenti di ogni genere.
Tra l’altro se parliamo di anni 70 gli scontri studenteschi con tanto di morti tra fascisti e comunisti erano all’ordine del giorno e quindi i pericoli esistevano nel circolare e nello spostarsi.
Bastava andare a San Babila con un Eskimo addosso o anche in Piazza Leo a Genova per accorgersene.
Senza parlare del fatto che esisteva una cosa chiamata Brigate Rosse e che per questo non si era così sicuri di tornare a casa senza essersi beccati un colpo di pistola.
Ma nonostante questo, si poteva tranquillamente andare in più di diecimila a Pisa, a Como, a Bergamo, a Novara e per vedere il nostro amato Genoa.
Si decideva di andare e fine. Si partiva senza alcun biglietto in mano, lo si faceva direttamente ai botteghini dello stadio in questione, senza avvisare un cazzo di nessuno, senza doverlo dire a nessuno, senza dover fornire documenti, passaporti, porto d’armi, tessere del tifoso, a nessuno.
Forse mi sbaglio, ma per me questa si chiama libertà.
Sono passati cinquant’anni e cinquant’anni di politici, di governi, di campagne elettorali e tutto questo con l’intento o almeno dichiarato, di salvaguardarci, di rendere più sicura la nostra vita, di migliorarci l’esistenza insomma. Di renderci più liberi.
Dopo 50 anni di promesse e azioni politiche sempre migliorative dovremmo stare da dio.
O no?
In soldoni, stavamo meglio prima o adesso.
Viva la Libertà.
Anche fosse anche solo quella di poter andare a vedere il nostro Genoa quando e come vogliamo.