Ferrero reagisce.
Non so quanto sia giusto reagire con volgarità quando si rivestono posizioni pubbliche, ma Genova ed i genovesi fanno scappare la pazienza ai santi. Lo dico perché alla critica, il genovese, non riesce ad abbinare una concreta proposta, sia esso uomo di comunicazione o benestante prestato all’impresa di famiglia, si ferma al si dice, arriverà, faremo, è tutto un vago sapere e conoscere, privo di sostanza, ma soprattutto di sostanze. Noi genoani, in 127 anni, abbiamo già toccato con mano questa vaghezza, ma la reazione, da parte del presidente di turno, è sempre stata più soft, meno dirompente. Massimo Ferrero invece, risponde e reagisce, ci mette quel sangue che tutto sommato a me non dispiace, perché al di là della tradizione, del blasone e di qualsiasi altra cosa possa rappresentare la storia di una squadra di pallone, menarlo senza costrutto, come fanno i genovesi e tra l’altro su un business, come quello del calcio, che di sano non ha più nulla, è esercizio che alla lunga può provocare un sano turpiloquio. Bravo Ferrero.