Al tempo del Covid19
Coda in P.za Marsala, dall’unico ferramenta in zona e lungi da me l’idea di 50 sfumature di grigio: prego io sono l’ultimo della coda. Si accoda a me a 1,5 lontano dal mio deretano, ma sia io che lui abbiamo ancora la capacità di quella scintilla negli occhi, non so se ci fate caso, – in questo tremendo periodo di pandemia -, ma risulta un lampo, forse dicono sia empatia, insomma ci si riconosce come primati reciprocamente immuni da turbamenti, talmente forti, da non renderci simili alle bestie, tipo uno a 1,5 lontano dal mio davanti che a 3,0 da lui aveva un altro senza mascherina, al quale nel tempo di un amen ha fatto osservazione per la gravissima mancanza, il quale in un altro amen, l’ha mandato rudemente a spigolare, facendogli notare i 3,0 di distanza. Non mi voglio dilungare, ma il tipo a 1,5 dal mio deretano, parla con me e dice che ha un bar e che ogni tanto gli vengono le lacrime agli occhi e che non ci dorme la notte, non tanto perché non può riaprire, ma per i suoi due dipendenti. Il bar è in Via XX, ha dimensioni minuscole, quindi più di uno non può stare dentro e appena danno l’OK, al massimo apre per un caffè takeaway sulla porta. Comunque gli vengono le lacrime agli occhi, mi dice: per fortuna i muri son miei, ma uno dei due miei dipendenti ha appena comprato casa e c’ha il mutuo da pagare. Il discorso procede, si sviluppa in quella chiave tra realismo e disperazione, non siamo arrabbiati, realizziamo solo ed unicamente che questo processo di sviluppo che già ranghezava prima del Coronavirus, farà più morti della pandemia o guerra che per comodità Governo e Media hanno battezzato. Entrambe ragioniamo sul fatto che questa non è una guerra, è solo un sistema malato al quale il virus ha messo una zeppa tra le ruote e ha fatto in modo di fermare il Ferrari che le élite avevano sotto il culo, senza però riuscire a frenare o cambiare marcia prima di andare a sbattere. Gli dico per consolarlo che ieri ho sentito un amico il quale mi ha confidato che un ristoratore della Riviera terrà chiuso fino all’estate del 2021 e poi deciderà se proseguire o no l’attività. A quel punto sono entrato nel negozio e non l’ho più visto, chissà se lo rivedrò, ma tutto sommato mi ha fatto bene questo incontro, e confortato, esistono ancora cuore e realismo, dove tutti o quasi, ma soprattutto quelli che dovrebbero guidarci alla ripresa, sembra vivano in una bolla, oppure, cosa più probabile, ti contan delle musse, unicamente per prender tempo.