Correva l’anno… tutti sappiamo come è iniziata l’avventura, tutti noi genovesi e l’italia intera riconosce il 7 settembre quale momento storico fondamentale e unico nella storia del calcio, tutta Italia, qualsiasi tifoso sa di dover dire “Grazie” al club più antico d’Italia… 127 volte.

Quello che ci si scorda troppo sovente è che se siamo ancora qui, se abbiamo superato l’ennesimo traguardo senza perdere nel mezzo il nostro nome per recuperarlo in un secondo momento, senza dover contare 17 (sempre qualcuno si fosse poi fatto avanti), anziché l’intera età, il merito è di una sola persona: Enrico Preziosi. Piaccia o meno, si sia pro o contro, questa è la verità. E fa male leggere o ascoltare chi preferirebbe perdere la storia, ripartire dai dilettanti, retrocedere o fallire pur di non ammettere questo, pur di dare sfogo al proprio odio. Un odio che si scaglia così contro il Grifone che fortunatamente tira innanzi, non si cura di loro e riparte dal 14° anno di serie A. Sempre grazie a lui. Ma non è questa sede per disquisire sui 14 anni. Qui vorrei solo l’ammissione di un’esistenza dovuta ad una persona. Non ci chiamiamo Genova FC o in qualsiasi altro modo: siamo rimasti e resteremo GENOA CFC.

Tutto è migliorabile, tutto potrà essere migliorato. Ma i 127 anni ci sono ora e qui con e grazie a lui. I prossimi vedremo.

Auguri mio amato Genoa, che va oltre i nomi, ma di un presidente non può fare a meno (dovrei aprire una parentesi sui fondi, ma sapete che sono fortemente contraria…), oltre i giocatori, che cambiano anche se noi si spera sempre nella bandiera, oltre gli allenatori, oltre i tifosi. Auguro mio amato, ci sarà un giorno in cui cederò questo sentimento ad altri, lascerò il passo alle future generazioni e ti guarderò dall’alto con chi mi ha insegnato questo sentimento senza confini, vicino ai nonni, allo zio, a mamma… e mi aspetterò di vedere una parte del mio sangue, scorrere nelle vene di uno o più tifosi e perpetuare questo folle, immenso, illogico sentimento