Caro Vecchio Balordo, ti amo!
Si dice noi donne cadere sempre, o almeno una volta nella vita, nel tranello dell’amore per un uomo che ci faccia soffrire. Quello che ci tratta male, sembrerebbe essere colui che, alla fine, avremmo amato di più. Luogo comune? Potrebbe anche essere, ma nella realtà capita quantomeno di frequente ed a nulla vale la consapevolezza dello star male, ci si prova fino alla fine.
Forse è per questo che amo il Grifone. E’ il mio “rapporto tormentato”, fatto di pochi momenti d’estasi che riescono a sopperire ai tanti dolori. Quei dolori che, un giorno, guarderemo con il sorriso. E su, quanto di noi, uomini e donne, non sorridono raccontando i momenti bui del Genoa? Come a sottolineare questo faccia ancora male, ma ci abbia resi quel che siamo, Genoani.
C’è un’unica differenza con i grandi amori tra persone. Quello per i RossoBlu non finisce. E chi, come me, lo viva con passione, non incolpa il suocero (presidente) e ce l’ha con chi provi a sminuire i tanti anni di massima serie – mai vissuti prima – e dimentichi quelle frasi in cui il campionato di A fosse sufficiente. Perché la cosa importante è vivere quel sentimento, poter raccontare la sua forza, le emozioni – belle o brutte- che lo caratterizzino, la lotta nel tenerlo saldo al cuore. E nuovamente si rinnova l’abbonamento come i voti matrimoniali. Io sono alle nozze di smeraldo… verde speranza, dunque, come la mia di rimanere ancorati alla realtà di testa.
Vero è che per far funzionare un rapporto burrascoso, una sola parte non basti. Bisogna essere in due a provarci. E non si parla di matrimonio moderno, quello facilmente abbandonato alle prime difficoltà. Questo è un legame antico, un giuramento vero, che prevede quel “finché morte non ci separi” vada perpetuato, conquistato ogni giorno contro ogni difficoltà. Ieri è venuta meno l’altra parte, quella del marito (la squadra) che non ha saputo combattere alacremente per la convinzione e la voglia di superare il durissimo anno. Però, c’è ancora una opzione, la vittoria di domenica che non deve guardare alle altre coppie, ma solo a se stessa. Poi se gli altri amori cederanno, tanto meglio, ma è il caso di puntare sul proprio.
Detto così parrebbe che se non si superasse il momento sarebbe giunto il tempo dell’addio. Per alcuni sarà forse così. In molti urlano al mancato rinnovo, con una punta di entusiasmo dettata dal “lo sapevo”. Ma alla fine, saranno pronti? Credo piuttosto, come già successo, faranno la voce grossa e urleranno con cattiveria verso chi, secondo loro, è il male di questo rapporto.
Personalmente, ma non sono l’unica, basti leggere lo splendido post dell’amico Diego Pistacchi, dico che nulla cambierà. Che il dolore sarebbe immenso, ma solo base per ricominciare a combattere per il Vero Amore.
In campo non scende il Presidente e la mia convinzione il problema non sia la rosa, resta. Come ferma è la convinzione lo sposo essere la maglia, al di là di tutto. Non so perché questi ragazzi non sappiano essere cattivi, come tutti li vorremmo, come Didi li vorrebbe. Qualità senza carattere? Ma tutti qui sono arrivati? O forse, se avessero maglie di colore diverso, sarebbero anch’essi diversi? E probabilmente non sarebbero in questa situazione.
Sarà una mia convinzione, potrete non condividerla, ma leggo alcuni nomi: Perin, Criscito, Romero, Schone, Lerager, Pinamonti, Falque, Sanabria, Pandev… e resto interdetta. Qualcosa non torna. Lazo era stato distrutto mentalmente e difatti ha voluto andare con chi ogni giorno gli dedicasse un’ora a tu per tu recuperandone la forma mentis e ritrovandosi altrove. Veloso sta giocando semplicemente come si sapeva avrebbe potuto fare… Ma anche andando più indietro nel tempo si scoprono situazioni simili. Dunque?
Dirigenza, tifosi, ambiente… tutte opzioni valide, da scandagliare non per cercare un vero colpevole (probabilmente una commistione), ma perché non accada ancora. E se ancora c’è chi ricorda quel “mai più un anno così”, vorrei rimembrare come all’inizio fossimo considerati la squadra rivelazione, al pari del Cagliari anch’esso non proprio tale. Chiunque avrebbe scommesso su di un’annata tranquilla. Addirittura, dopo le prime 3, dandosi meriti – la contestazione è servita – per poi dimenticarsene e vomitare odio. Ma si può veramente credere Preziosi viva bene? Non soffra? Mettiamola così, facciamone una questione di soldi: più in alto si fosse arrivati, più sarebbe entrato nelle casse (non tasche, perché c’è ancora chi confonda e faccia tutto un bilancio quando tutti sono invece ben distinti). Retrocedere non è vantaggioso, tutt’altro. Lo sarebbe fossimo l’Empoli… ma noi siamo di più.
Questo matrimonio s’avea da fare e perdurerà. Comunque ed Ovunque. E la lotta, stavolta, dev’essere totale. Non posso e voglio pensare a chi ogni sconfitta gongoli solo per poter sostenere di aver avuto ragione o perpetuare il proprio odio. Continuate ad insultare, maledire, distruggere il Presidente, con coerenza, per carità. Ma non dimenticate che prima c’è una storia, una maglia da sostenere, poi vengono dirigenza, giocatori, presidenza…
Forza Genoa, non ci sarà (tutta) la Nord, ci saranno “indegni” come calciatori ed amministratori, ma saremo comunque tanti, tutti, a volerti ancora qui, in serie A.