C’era una volta… o forse c’è ancora

C’era una volta… o forse c’è ancora

Facabook si sa, ha questo vizio di di proporre ogni giorno i ricordi degli anni passati. E quando non vi siano gaffe sulla tipologia di post, può riporta “scritture” di anni precedenti che non decadono nei concetti, ove riferiti a noi tifosi.

E’ il caso di questa mattina, quando il social mi ripropone l’articolo inerente la prima partita di campionato dello scorso anno (Gioco a Fifa19 e quindi me ne capisco) in cui campeggia una lunga intro… che ripropongo:

C’era una volta il tifoso, quello che la domenica si va allo stadio e si aspetta la Domenica Sportiva, quello che fa la schedina e manca sempre gli stessi risultati (nel caso, del Genoa cui mai si sarebbe potuta imputare a priori la sconfitta e quello degli altri, cui mai si concederebbe la vittoria). C’erano i bambini al bar, dove i grandi parlavano di tattica e giocatori, errori arbitrali/arbitrari, vecchie glorie e nuovi idoli: “te lo ricordi… somiglia a…”, media inglese e martingala. Incazzati, sì quando si perdeva, impegnati tra titoli di giornali e commenti fino al mercoledì, pronti al “cosa faremo con… C’è la Juve… e metti 2 che si vince!”, dal giovedì.La partita era di domenica alle 3, sulla Rai alle 6 si aspettava Bartoletti e poi Sandro Ciotti (prima ancora De Zan, Stagno, Galeazzi, Frajese, Tortora…). Lo stadio era a schiena d’asino, le gradinate piene, rimbombanti del battito di piedi, in festa ovunque si fosse e qualsiasi cosa succedesse. Di bilanci non parlava nessuno, gli stipendi erano altri, certo, ma pur sempre per giocare a pallone, la due diligence erano al massimo due carrozze coi cavalli, la Nord era un sogno (poi chiamato Fossa) e tutto era festa, anche quando furiosi… C’era una volta l’amore, quello vero, quello inflessibile per i colori e nulla più, quello che niente poteva scalfire, tanto meno spaccare in due tra fazioni, pro-contro. Un amore fatto di fervore e grida e liti, affogate nella certezza di essere tutti uniti sotto quella bandiera orgogliosa.

C’era una volta e non c’è più, c’era una volta e non ci sarà mai più. C’era una volta inghiottito da conteggi, supposizioni finanziare, accuse, giornalisti “da divano” ed interessi a comandare: quello che avrebbe voluto entrare ed avere un ruolo, quello che avrebbe voluto prendere e ottenere. E se davanti al giudice non sei stato spia, eri consapevole comunque e qualcosa volevi pur avere in cambio. Nasce il tempo del Genoa è nostro, della TO che se la canta e se suona in sempre meno persone, che democraticamente decide in assemblea, avendo già definito in anticamera. Quello del “non mi abbono”, chi prendesse il posto al centro sarebbe un “indegno” (e di cosa dovrebbe esserlo? non sarebbe genoano anch’egli, quello che un tempo chiamavi “fratello”?), contesto se perdiamo, sostengo se va bene… del tutto è male e fatto peggio (ma abbiamo preso Schone! Sì ma se lo rivende a gennaio e comunque ha tenuto Radovanovic), del “grande Capitano”, ops ieri non eri qui a svernare?… del “dovreste far pace col cervello”.Il tempo del non so godere: le ferite sono profonde. Non posso accettare di dire qualcosa di buono perché lui… lui, lui, lui… e non sente più Forza Genoa. “Però quando le coreografie…” unica risposta a chi obietti non sia tempo, modo, utile…… Ma oggi è anche il tempo del non per me, non per molti, non per tutti, non per la maggior parte che è tornata a sorridere e a non temere di parlare, costretta a nascondersi per non essere aggredita, insultata, addirittura cacciata dal proprio posto per far spazio ad un gruppo organizzato. E forse si ricomincia, seppur con quel maledetto striscione a rimembrare quanto la memoria sia lunga solo per ciò che convenga, mentre i cori si tacciono non per volere del popolo, ma perché sarebbero fioche voci non sostenute e magari, come per Gasperini in quel Genoa Udinese, fischiate. E appare chiara la Paura di mostrare finalmente di essere pochi e senza il sostegno di un momento critico, tragico, ciò diventi palese. Non so se riusciranno a chiudere l’accordo bomba che rimbalza un po’ ovunque, ma lo vorrei soprattutto per “gli assemblati” che strutturano siti per tutti i tifosi genoani purché diano loro ragione (ma questo non è specificato, si capisce dalle immagini). Per sottolinearne l’entusiasmo che inevitabilmente ne deriverebbe, lo stesso esplicitato nel comunicato, cui si darebbe ancora merito a chiunque: sarà il fato, l’alleanza PD-5S, gli alieni dell’Area 51… senza pudore e senso del ridicolo. Ma tanto dalla loro hanno la grande penna del quotidiano locale, meritata ed adattata.Resta una grande prima…

Notato nulla?

Ora, mancano circa 11 giorni all’inizio del campionato e… siamo da capo. Tornano gli insultatori seriali forti dell’anno passato che se la prendono con tutto e tutti. Sono persino riuscita a leggere chi ce l’avesse con la conferma di Goran! O forse questo è il solo coerente che lo insultò tempo addietro ed oggi si ripropone sulla stessa linea, cosa invece non fatta da molti altri. Oggi si insulta Faggiano, addirittura per il proprio aspetto fisico, qualsiasi nome esca non va bene (ma su questo mi rifaccio al mio articolo precedente), Maran non ha mai vinto nulla, vogliamo Didi, ma anche qui ricordo chi di lui diceva mica tanto bene… Minimo Comun Denominatore, il caro Presidente che deve essere attaccato e quindi gli altri ne subiscono le conseguenze, semplicemente perché lavorano per lui… peccato che il passo indietro sia stato fatto, evidentemente e la storia del capro espiatorio non regga più.

Avanti Grifoni, avanti DS e Mister, ci saranno momenti di esaltazione, ma ora subirete un po’ le colpe del passato. Tranquilli, siamo in tanti ad attendere, per giudicare, parlare e salvare o condannare (anche noi lo si fa, ma con cognizione di causa). Siamo quelli silenziosi, con una frangia di lottatori che sotto post di detrattori si schierano e protestano. Siamo quelli che ogni anno è un nuovo anno e tutto può succedere e credono comunque sempre sia l’anno buono.

Dopo la richiesta della presentazione del DS quale motivo di mugugno – abbiamo visto come sia finita – ora quella per il mister che magari preferisce lui stesso evitare in attesa di una prima immersione sul campo, di una definizione di rosa ed io aggiungo, di un periodo in cui non si rischino battute facili e tristi attacchi… Non lo so, vedo tutto RossoBlu e quindi, sono fiduciosa e felice

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