E…SE?
C’è una frattura evidente tra chi il Genoa lo segue sul campo e chi lo segue sui social.
Parto con un assunto: aver dato la possibilità a tutti di esprimersi liberamente ha abbassato drammaticamente il livello della discussione. Del resto in un bar quando arriva lo scemo del quartiere lo riconosci subito, sui social ci metti almeno un paio di post…ed il tempo che rischi di perdere non è quantificabile.
Quello che è stato il periodo Agosto/Dicembre resterà come uno dei momenti più critici in assoluto, con nubi sul futuro del Grifone che si addensavano ad ogni comunicazione dagli Stati Uniti. E relativa “mercificazione” delle notizie stesse da chi a fare ricami e merletti sulla pelle del Grifone ci ha creato un personaggio.
Quello che è accaduto al Grifone lo voglio vivere come un qualcosa di bello. Ebbene si cari lettori, voglio leggere i fatti con quella leggerezza che si prova quando ti rendi conto che le cose possono migliorare.
“Fare calcio” è un qualcosa di drammaticamente complesso data la facilità: si cerca quello che di meglio puoi concederti, imposti piani che possono avere la durata di almeno tre anni (cinque sarebbe fantastico), ti affidi a persone che fanno il lavoro con competenza, dedizione, serietà ed obbiettivi chiari.
Il calcio rende quando il soldo gira: ed il soldo gira quando hai la capacità di “ingolosire” quelli che i soldi li spendono.
Il calcio non è uno sport per tutti: ci provano fin dalle scuole calcio a renderlo tale, con regole che impongono il campo a tutti, grandi e piccini, scarsi e campioncini. Non conosco un ambito dove con queste regole i livelli siano aumentati, casomai capita il contrario.
Vogliamo parlare della sconfitta di ieri? O vogliamo parlare della partita? Io preferisco la seconda scelta.
Vedere entrare in campo Venturino ieri, vedere segnare Masini, correre Jeff e lottare Kasa. Non dopo aver ammirato l’ennesima partita solida di Frendrup. De Winter (croce e delizia) è forse tecnicamente il più forte dietro, Matturro deve capire (o farlo capire a noi) se è cigno o anatra. C’è poi Romano in primavera che le nazionali se le è fatte tutte. Non vuol dire nulla ma questo è.
Il nuovo acquisto Otoa, 20 anni di belle speranze: è il valore del parco giocatori che deve essere la ricchezza “esplicita” del Genoa.
Il resto deve crescere aumentando la rendita del marketing, degli immobili (Abbazia, Via Banchi, etc. Sullo Stadio…glisso) e di quelle attività social che stanno portando valori al Genoa che prima ci raccontavamo solo fra tifosi.
Non capire cosa sta facendo Vieira è una colpa: se deve fare giocare Kasa…lo mette. Se si deve giocare la carta Venturino…lo prova. Masini lo schiera titolare. Jeff lo fa entrare. Con la serenità dei forti (parole di Bani). Balotelli, Pereiro, Bohinen, secondo me anche Messias…invece no.
Perchè di valore aggiunto al Genoa semplicemente non ne portano.
Quel valore aggiunto su cui bisognerebbe sempre ragionare prima di scrivere qualsiasi cosa.
Quel valore aggiunto che vogliono (o vorrebbero) portare in società.
Quello che sicuramente portano i giovani che scendono in campo e quelli ancora più importanti che vanno in Gradinata.
Quello che sicuramente NON STANNO portando tutte queste penne da marciapiede che ritornano come una peperonata avariata sempre sullo stesso tema.
Come direbbe un manager: le attività che non portano utile o utilità marginale sono quelle da tagliare.
Nel caso specifico…basterebbe non ascoltarle. Non leggerle. Non considerarle.
Abbiamo un futuro che potrebbe fare storcere il nasino a qualcuno; come se serietà, credibilità e competenza fossero articoli in vendita all’outlet. Ma sono quelli i valori che vanno cercati, sono quelli che elevano un’attività. Non le chiacchiere da marciapiede.
Com’è che diceva Groucho Marx? “Mai fermarsi a discutere con un deficiente. La gente…potrebbe non coglierne le differenze”
SEMPRE ALE’ GENOA