
LA NAZIONALE DI COSA?

“Nel campionato appena trascorso, la Serie A, con un 59,1% di presenze di giocatori stranieri, si piazza al secondo posto tra le competizioni europee, appena dopo la Premier League (59,7% di stranieri nelle rose). La Ligue 1 si attesta a un valore pari al 55,2%, mentre la Bundesliga supera di poco il 50%. Virtuosa appare invece La Liga con poco meno del 40% di stranieri schierati in campo”.
In Serie B le percentuali sono intorno al 33%
Nei dilettanti le percentuali si moltiplicano.
Colpa degli stranieri quindi?
No: colpa di un sistema calcio malandrino e disonesto, studiato ed applicato per soddisfare “il bacino di utenza” concedendo privilegi alle squadre più potenti (non più forti) a discapito di quelle più piccole. L’albo d’oro delle competizioni è emblematico, la concorrenza è limitatissima.
Porgo l’esempio di alcuni giocatori che per sottostare alle regole di questo calcio non crescono, non incidono, non giocano: l’esempio principe è Frattesi. Ma potrei dire Raspadori, per non parlare di Chiesa, giocatore al quale si è preferito i giovani (ma già cari) Yildiz e Mbangula.
Per poi magari riempire di soldi Douglas Luiz, così come un Bove è stato messo “in panchina” da un LeFee, così come un Calabria è dovuto emigrare per fare posto ad un Emerson Royal prima ed un Walker poi. E’ impensabile che per trovare un centravanti italiano devo scendere dalla quinta in classifica in giù. Retegui nasce in Argentina, stanno provandoci con Castro (idem come prima), Kean nasce a Vercelli, cresce nella Juventus ed è di origine ivoriana.
Lucca?
Pinamonti?
Perché gli italiani non riescono a raggiungere i livelli più alti?
O volete dirmi che il Kleindiest che ci ha purgato ieri è più forte di un Lucca?
Fosse quello il problema, potrebbe essere aggirato al grido di “scelta tecnica”.
Purtroppo i motivi sono molto più radicati e normale conseguenza per un fenomeno popolare che al grido di “soldi e potere” è diventato intrattenimento e preda facile per i soldi di dubbia provenienza.
La verità è che il calcio è un Juke Box costante e continuo. Con così tante voci di costo che risulta impossibile tracciarne i movimenti. E capite bene che quando parliamo di un milione di euro parliamo di una cifra che risulta essere la somma di quanto guadagnerò/guadagneremo io/noi in una vita.
Forse.
Ecco, nel calcio è passata la convinzione che se vuoi vincere devi spendere l’impossibile ed un solo milione diventa “roba da poveracci”.
Basterebbe scorrere le visure camerali di attività come locali, ristoranti, stabilimenti balneari per capire come le scelte del calcio ricadono poi nella vita sociale. Ma si fa finta di non vedere, e questa è la colpa maggiore.
Si fa finta di non vedere le ripartizioni inique dei diritti tv, perché la maggioranza tace connivente.
Si fa finta di non vedere che la Coppa nazionale è ridotta ad una specie di torneo dei borghi.
Si fa finta di non sentire un presidente di lega che starnazza soluzioni tipo portare le partite di campionato in Arabia “che pagano bene”. Ci andasse lui e tutto il suo carroccio a giocare in Arabia se tanto gli piace.
Si è dimenticato che la cosa più bella del calcio italiano sono i tifosi? Quelli che fanno chilometri e pagano prezzi fuori ogni logica se consideriamo il rapporto qualità/prezzo.
Abbiamo smesso di pensare che il calcio è della gente.
E’ uno sport che ammette diseguaglianza dalla sua nascita: sei forte giochi, sei scarso vai da un’altra parte. E solo venti anni fa non ci andava nessuno dallo psicologo se ti dicevano “vai a fare judo”. Con tutto il rispetto per le arti marziali eh, ci mancherebbe!!! Avercela la disciplina che ti insegnano nel Judo oggi!
Invece vedi settori giovanili con squadre di leva che vanno dalla A, dove giocano i più dotati, a quella G, quella dei meno forti. Il filo comune? Tutti pagano un’iscrizione.
E per regolamento fino ad una certa età devono giocare per forza.
La conseguenza è quella che il livello si abbassa perché l’appiattimento è irreversibile verso il basso.
Input societari che rinunciano a prendere giocatori ritenuti “problematici” e che vengono abbandonati perché più vivaci chiudono il percorso verso il fondo. Del resto, è difficile insegnare qualcosa senza potere applicare disciplina.
Per capire il sentimento verso una nazionale basta sentire intimamente la sensazione che provi mentre inquadrano la tribuna centrale. Quella dei “personaggi pesanti”, quella che ha sdoganato i procuratori, il potere ed i soldi facili. I fautori di questo baraccone sempre più ingombrante.
Buttiamo tutto in caciara quindi?
Ma anche no, le soluzioni ci sarebbero.
Ma tutte contro il sistema attuale, quello che ha sdoganato le “squadre B” che occupano il posto di squadre di città ben più importanti come seguito ma a J, Milan e Atalanta non si può dire di no. E state sereni che si aggiungerà anche l’altra di Milano, giusto il tempo di sistemare altre cose che oggi passano sottotraccia.
Roster limitato
Tetto salariale
Luxury Tax
Ripartizione equa dei diritti TV
Elaborazione di un Torneo modello FA Cup o Coppa di Francia per la Coppa Italia.
Elaborazione di una legge che aiuta fiscalmente i contratti con professionisti nati e residenti in Italia, per le società sportive però, non solo per i Ronaldo di turno.
E obbligo per i procuratori di domicilio fiscale in Italia e non nei soliti posti.
Che il grosso del mercato avviene estero su estero.
Le cose basta volerle. Ci dobbiamo rendere conto che il concetto di “spettatore” come nella NBA non è applicabile al calcio italiano. Certo che se a gestire il tutto sono gli stessi da almeno 20 anni…
Li riconoscete: sono quelli sempre ben vestiti, sempre in prima pagina, da sempre benpensanti.