
Ma ci siete arrivati, o no?

Nella mia vita mi sono confrontato direttamente più di una volta con alcune vittime del terrorismo brigatista degli anni bui. Filippo Peschiera importante esponente della DC genovese, Mario Sossi, magistrato, Carlo Castellano, mio professore di Organizzazione del Lavoro all’Università, ho visto anche un attentato, quello al mio professore di diritto pubblico Moretti sui gradini dell’università, e per due volte sono arrivato qualche minuto dopo due fatti gravissimi di sangue: l’assassinio di Guido Rossa e un anno dopo quello dei tragici fatti di via Fracchia, nello stesso posto dove un anno prima avevano preso di mira l’operaio dell’Italsider. La colonna BR fu stermiata.
Quanto ho ringraziato, per modo di dire, questi intrattenitori idioti, chi ci credeva, e delinquenti, chi li manovrava, della mia gioventù. Si viveva giornalmente con la domanda: oggi a chi tocca, dove colpiranno. Credo bene che mi dicono che ho messo su un carattere duro. Perchè abbiamo vissuto, molto consapevolmente, una guerra civile strisciante, non voluta né sentita dalle masse che stavano benissimo non fosse stato per questi cretini ed i loro burattinai. Questo è il punto. E ciò che dico oggi, riflette in toto il mio pensiero dell’epoca. Mi era chiaro (quasi) tutto ciò che pochi, nei circuiti del cittadino quotidiano, vedevano.
E vedo che in qualche modo questa mia esperienza fu condivisa da molti. Leggendo l’intervista a Rosy Bindi, l’unica donna, e sopra tutti gli uomini in tutta la storia d’Italia insieme a Nilde Iotti ed a Tina Anselmi a fare veramente la differenza nei confronti di chiunque, trovo le sensazioni che mi colpivano davanti a quei fatti delittuosi. Il 12 Febbraio 1980 Rosy Bindi era li, davanti a Bachelet, quando le BR colpirono il professore di cui era assistente, collaboratore e amico di Aldo Moro, rapito e assassinato solo due anni prima. Niente giustificava un tale gesto, pretesto ne fu il suo ruolo di vice presidente del CSM, né il suo assassinio, il più grave attentato, il più strutturale nella storia moderna dopo quello di Aldo Moro.
Uno shock durato nel tempo. Ma una determinazione derivata anche da quell’atto, sempre tenendo conto che il coraggio chi non l’ha non se lo può dare, che l’ha portata a fronteggiare duramente da ministro la casta medico farmaceutica italiana, pretendeva fra le altre cose che un medico svolgesse O attività pubblica, O attività privata, Terzium non datur e cosa sacrosanta. Ovviamente ciò la portò velocemente fuori dal governo. Stessa sorte toccata agli inizi degli anni 80 a Tina Anselmi. Che da Ministro della Sanità evitò per un soffio e per puro caso un’auto bomba a lei dedicata. E fu rimossa e messa a capo della commissione P2. Dove si riconfermò una Tina Anselmi con i fiocchi e contro fiocchi. E rischiò ancora.
Così, a riconfermarsi una Rosy Bindi con i fiocchi ed i controfiocchi, e a similitudine di Tina Anselmi, anche lei fu dirottata. All’antimafia. E da li nacquero molte delle tirate di orecchie, a massoni, politici e magistrati, i cui risultati, oggi, si vedono un po’ dappertutto, ma in Liguria e in Valle d’Aosta in modo del tutto particolare. E ancora non è finita, nonostante non sia stata, guarda un po’, riconfermata.
Come ormai è chiaro, non addebito alla sola politica iperconservatrice e golpista “occidentale”, tutti gli avvenimenti post bellici questi inclusi. La realtà è che ci fu una grande convergenza di interessi fra cui quelli di Francia e di Germania in ambito MEC prima, UE poi e politica Mediterranea nel frattempo, vedi Mattei. E in quest’ottica vanno considerati gli assassini di Aldo Moro, di Vittorio Bachelet, di Tarantelli, di Palme, della scomparsa di Federico Caffè.
A tal proposito risuonano come dei gong le parole dell’intervista a Rosi Bindi: “–il che rafforza la mia convinzione che le BR erano, consapevolmente o no, strumenti dei POTERI FORTI. Del resto la verità profonda su cosa accadde, non ce l’hanno mai voluta dire. Hanno ucciso le migliori intelligenze degli anni 70. I RIFORMISTI PIU’ ACUTI….”.